Cari tutti, è giunto il momento di partire e di tornare in Italia...dopo 6 mesi di totale isolamento dalla terraferma occidentale mi pare quasi impossibile. Subirò un po' un secondo straniamento. Domani alle 13:15 parte l'aereo!
Eh si, mi stavo abituando e non posso non dire che molte cose di Pechino e della Cina mi mancheranno. Tanto.
La camera del dormitorio-prigione che a mezzanotte chiude e mi costringe a passare dalla finestra 30x60 cm come un geko (perchè non esiste che torni a casa a mezzanotte), il poter imprecare o bestemmiare ad altissima voce perchè tanto nessuno mi capisce, il sentirmi osservato a volte come un pericolo a volte come un animale da zoo, le mie scorribande spericolate in bicicletta rischiando la vita ad ogni semaforo, le sfinenti partite a ping pong col capo di laboratorio (l'unica cosa che riuscivo a fare con lui, perchè inglese ZERO!).
E ancora le serate col mio amico ubriacone Chuck, che anche lui se ne va fra poco ed è tristissimo: un gigante di quasi 1 metro e 90, di Chicago o "Ci cao" per i toscani, col quale ho condiviso tante serate a far chiudere tardi i proprietari del "Red Restaurant" come lo chiamavamo noi, un ristorantino con muri rossi, gestito da gente proveniente dal sud della Cina e che cucinava cose ottime!! Quante serate passate cercando di comunicare con le cameriere che praticamente vivevano in un prefabbricato costruito sul retro del ristorante...poveracce, che culi si facevano! Pur non parlando una parola di inglese (a parte una che ripeteva di continuo "FUCK!!!"), ci hanno sopportato e abbiamo passato intere serate a ridere di non si sa cosa! Si, vabbè, ora non pensate male, mai nemmeno sfiorate! ^__^
La bambina era mitica, mi faceva sempre i dispetti e mi chiamava di continuo, con cantilena "wei guo ren, wei guo ren" (stranierooo, stranierooooo) !!
A loro regalerò in eredità la mia fida bicicletta, compresa di catenaccio. Giusto stasera.
E poi i compagni del corso di cinese che ho già presentanto in questo post, gli amici dell'English school con i quali andavamo al karaoke o a far casino in qualche altro bar...
Mi mancheranno anche i buonissimi noodles in zuppa, i ravioli al vapore di "Chen o' zozzone", i matti che vanno in giro con le biciclette stracariche, la gente che ti taglia la strada...
chissà, forse mi mancherà anche sentire il rumore di gente che si raschia la gola e poi scaracchia con soddisfazione e il fetore che ha dato il nome a questo blog!
Ma è giunta l'ora di tornare in patria e andare in vacanza (il che equivale a ri-dire che vi vò nel culo!). A casa ho fatto staccare la telecom e quindi non credo avrò modo di scrivere altro su questo blog prima di 15-20 giorni o di più. Tanto l'avventura in Cina è finita, quindi direi che anche il blog non ha più molto senso di esistere!
In realtà avrei ancora un po' di cose da scrivere, di molti luoghi che ho visitato a Pechino e che vale la pena menzionare, avrei due parole sulla lingua e i caratteri cinesi...ma vedremo, tempo al tempo e a seconda dell'ispirazione!
In questi giorni è tempo di addii. Molti addii, più di quanti pensassi. E mi pesano da morire, li odio. Quindi il morale non è dei migliori, sembra quasi di aspettare il giorno della condanna a morte. Perchè queste persone, che hanno accalorato dei mesi che sono stati importanti, duri e quindi mi hanno segnato, non le rivedrò mai più. "Mai più" è una brutta parola. Anzi, con le cene che stiamo facendo mi viene in mente il film "La 25° esima ora" con Edward Norton, dove gli amici del protagnista organizzano feste di addio prima che lui vada in galera.
Quindi anche questo post è una sorta di addio: anche se può darsi che qualche scritto lo aggiunga in seguito, non sarà la stessa cosa di quando li scrivevo dalla Cina.
Beh...che dire? Parto, Italia aspettami!
martedì 12 agosto 2008
Arrivederci...e ri-riporto 6 !!
domenica 10 agosto 2008
Edifici Olimpici
La Cina ha investito miliardi di dollari e impiegato enormi sforzi per mostrare la sua potenza sfruttando l’occasione dei giochi olimpici.
Alla fine dei giochi di Atene 2004 dichiarò di voler conquistare una medaglia in ogni disciplina. Effettivamente a quei giochi arrivarono secondi nel medagliere dietro solo agli USA ed anche ora non sono partiti malissimo (ci avevano sperato contro gli USA eh!! Ho visto la partita coi cinesi, a un certo punto avevano le mani sugli occhi come fanno le donne durante i film horror!!).
Il puntare sulla forza atletica per dimostrare una “superiorità” mi ricorda tanto lo spirito con il quale la Germania di Hitler accolse le olimpiadi. E questo stesso spirito, come ogni regime che si rispetti, oltre che dal corpo del cittadino deve essere rappresentato anche dalla gloriosità delle costruzioni. E non c’è che dire: Pechino si è frugata nelle danarose tasche e, assoldando i più geniali architetti e ingegneri (occidentali però, badate bene!!), si è dotata di strutture che lasciano a bocca aperta e ha potenziato enormemente le sue infrastrutture (su tutte la metropolitana e i nuovi bus).
Il bellissimo stadio Bird Nest ne è un esempio. Purtroppo per “la sicurezza” l’accesso nei giorni precedenti l’apertura dei giochi era interdetto perfino agli atleti, quindi ho potuto fare foto solo da lontanissimo! Direi che ormai è diventato il simbolo delle olimpiadi e non c’è persona che non lo conosca!
L’unico mio dubbio è…ma quanto ci metterà a diventare tutto ossidato??? La struttura “a nido” è d’acciaio e secondo me una struttura del genere, con l’inquinamento e le piogge acide che caratterizzano Pechino, è destinata a scurirsi e ossidarsi…diventare inguardabile, anche perché c’è da scommettere che dopo le olimpiadi nessuno si curerà più della sua manutenzione: ai cinesi, come del resto a me, basta che le cose funzionino…l’estetica è un vezzo da stranieri occidentali!
Altro famosissimo edificio è quello che ospita le gare di nuoto, il water cube, che mi affascina in particolar modo! È un parallepipedo a base quadrata, completamente ricoperto di una particolare plastica pneumatica che forma quindi dei cuscinetti gonfiabili, rendendo bombata tutta la superficie. Decisamente un’idea originale, ovviamente non c’è mai stato verso di entrarci o di vederlo da vicino perché ho una sfiga immane…quando c’erano delle gare particolari e non si poteva entrare nel complesso olimpico, quando era chiuso per la sicurezza e bla bla bla, insomma anche qui ci dobbiamo accontentare di foto da lontano e ricostruzioni al computer, ma vale la pena, questo edificio è veramente una genialata!!
Questa invece è una bellissima immagine della pulizia del water cube che ho trovato su Boston.com, dove ci sono altre foto stupende della Pechino olimpionica!
(come per le altre foto, cliccare per ingrandire)
Molto molto meno conosciuto è, invece, il grattacielo a forma di fiaccola olimpica, l'Olympic Torch Building che si trova sempre nello stesso complesso! Ci si sono impegnati, eh, in quel pezzettino di terra!!
La cima della torre ha una forma che simboleggia la fiamma della torcia olimpica e su 3 dei suoi lati sono stati incastonati enormi e definitissimi monitor…roba da pazzi, non oso pensare il costo di tutto l’ambaradan!! Però decisamente suggestivo!
Questa è una visuale carina, sempre tratta dallo stesso sito linkato prima, del water cube e della torciona!
L’ultimo edificio di cui voglio postare un po’ di foto è sconosciuto ai più ed è un’ingiustizia! È un complesso che mi son trovato di fronte per caso e all’improvviso, mentre passeggiavo nelle vicinanze di Piazza Tian ‘an men. The egg, ovvero il Teatro Nazionale di Pechino. Un complesso ellissoidale, mostruoso in dimensioni e tuttavia difficile da notare perché circondato da altri altissimi palazzi. Ma bellissimo, avveniristico, circondato da un fossato d’acqua e da altre soluzioni moderne per l’ingresso. Lo sguardo non basta per ammirarlo tutto dal lato più ampio e non posto le mie foto perché senza grandangolo mi son serviti 3 scatti in sequenza panoramica!
e ancora, dall’ottimo boston.com, un bel grandangolo come si deve e un dettaglio delle vetrate. Molto carina la soluzione della passatoia giusto sotto il pelo dell’acqua per arrivare alla struttura.
Insomma, questi qua per far bella figura si sono impegnati veramente di brutto brutto brutto, spendendo e spandendo miliardi e miliardi di dollari, a fronte di un rientro economico dubbio (non credo che vendendo tutti i biglietti o con gli sponsors riescano a rientrare nelle spese…) ma di un sicuro guadagno di immagine in termini di modernità e affidabilità. È l’unica cosa che interessa loro, di soldi ne hanno fin troppi con un PIL che cresce del 10% l’anno (forse il 13% !).
Credo che la Cina sia comunque riuscita in buona parte nel suo intento. Nonostante le critiche per la mancanza di diritti umani, nonostante le polemiche sull’inquinamento (c’è, non c’è, non c’è più…), nonostante alcune carenze organizzative dovute alla naturale propensione dei cinesi all’improvvisazione su temi che non conoscono, direi che Pechino è comunque riuscita a dare quello che la maggior parte del mondo si aspettava: dei buoni Giochi Olimpici. E l’impressione di poter entrare, sfondando la porta, fra le più potenti nazioni economiche del mondo. Piano piano, molto piano, stanno riempiendo i gap che li separa da una buona efficienza.
E nonostante molti dicano che quei soldi spesi per queste costruzioni potevano essere spesi meglio e per altre infrastrutture…beh, probabilmente con questo tipo di ragionamento non avremmo il colosseo, le piramidi, la Cappella Sistina, la Sagrada Famiglia e le opere di Gaudì, la Fiat Duna e chi più ne ha più ne metta!!!
mercoledì 6 agosto 2008
Beijing 2008: delirio e paranoia, pessimismo e fastidio!
Pechino è un luogo impestato e infestato da manifesti che ti ricordano, come se ce ne fosse bisogno, che il giorno 08 del mese 08 dell’anno 08 alle ore 08:08 p.m. cominceranno le olimpiadi. I cinesi sono più superstiziosi dei napoletani e per loro il n. 8 è un numero fortunato, mentre il n. 4 è sfortunato. Tanto che quando ho detto il costo della mia SIM cinese per il telefonino mi hanno prima guardato con gli occhi strabuzzati per l’alto prezzo, poi quando ho letto loro il mio numero hanno capito: ci sono due numeri 8 e nessun 4. Di solito chi ha il n. 4 si fa cambiare scheda. Fine della divagazione! :)
Saprete che per la buona riuscita di queste olimpiadi, che poi significa anche salvaguardia dell’onore del paese per far bella figura a livello internazionale, le autorità cinesi hanno introdotto tutta una serie di assurde regole di sicurezza e piani ambientali più o meno efficaci contro lo smog.
A dire il vero io ho notato, non so se è successo anche ad altri, che ci sia una preoccupazione, anzi paranoia, per le manifestazioni pro-Tibet paragonabile a quella creata dai reali pericoli di terrorismo. Il comitato dei giochi è riuscito a varare tutta una serie di ridicolissime regole-bavaglio, pur di poter reprimere qualsiasi slogan anti-cina o pro-Tibet/Taiwan/Diritti Umani, che mi hanno veramente disgustato e mi ha fatto passare la voglia di olimpiadi.
La più ridicola di queste regole è che nei luoghi delle manifestazioni, o in prossimità di essi, non si potranno portare striscioni più lunghi di 1 metro e non si potranno incitare le nazioni, nemmeno la Cina. E questo, giustificato con la scusa dello “spirito olimpico”, serve a poter fermare chiunque voglia far sentire la propria voce. Sembra quasi che i cinesi temano un caso stile “pugno guantato” come Smith e Carlos nelle olimpiadi in Messico nel 1968.
Ma oltre a questa chicca, qui a Pechino a partire dal mese di luglio ne han fatte di tutti i colori e oramai i pechinesi si dividono fra coloro che odiano le olimpiadi e chi le ama. Ovviamente è incline alla sopportazione solo chi, per puro caso, ha avuto pochi disagi dai provvedimenti presi dalle amministrazioni cinesi, che sono stati diretti soprattutto verso due obiettivi principali:
- riduzione dell’inquinamento
- prevenzione del terrorismo
Ho visto anch’io su vari siti d’informazione le foto dello stadio inglobato da una nuvola di inquinamento. Io sono stato in zona almeno 3 volte e non l’ho mai visto così. Per carità, Pechino fa schifo in quanto a inquinamento, ma credo che i media abbiano come al solito tirato la corda. Nella peggiore delle ipotesi Pechino si presentava come nell’immagine a sinistra, ma non era raro, anche d’inverno quando i riscaldamenti vanno al massimo e si alza l’inquinamento, trovare la città come nella foto a destra:
Le immagini trasmesse in questi giorni invece mostravano soprattutto questa situazione qui affiancata, ma io sono stra-sicuro che quello non è inquinamento bensì nebbia, che la mattina non manca mai!! E’ vero che ho visto davvero poche volte la Luna in cielo, ma nella foto dà l’idea che non si veda a un palmo dal naso!!
Il fatto è che va di moda dare addosso alla Cina, è il capro espiatorio del momento…infatti, sbaglio o sono diminuite le notizie di stupri da parte di rumeni? Ah ecco!!
Insomma contro l’inquinamento Pechino ha varato tutta una serie di misure impopolari quali targhe alterne e blocco delle fabbriche più inquinanti nell’intorno di svariati km. E ha impedito di tenere i condizionatori troppo bassi.
Alla fine l’effetto disinquinante è stato regalato da 4-5 giorni di pioggia maledettamente consecutivi nell’estate più anomala che i cinesi mi abbiano saputo descrivere (e infatti ho anche forti sospetti che siano stati provocati tramite ioduro d’argento [link]), portando via un sacco di polveri dal cielo e dilavandole dal manto stradale. Finalmente si son viste le stelle di notte e un sole limpido di giorno, mentre lo stadio, col suo water-cube sede delle gare di nuoto, appariva così:
Ovviamente è bastata un po’ di nebbia per far scattare nuovamente i media verso una nuova guerra, parlando di nuovo di “olimpiadi a rischio”. Non è un affare da trascurare. I cittadini sono già convinti, come ho avuto modo di affrontare in QUESTO POST, che i media internazionali “distorgano la realtà”: se gliene diamo la prova la Cina non cambierà mai.
Riguardo la sicurezza si è raggiunto il delirio assoluto. E’ qui che il regime secondo me si è giocato buona parte dell’opinione pubblica dei pechinesi, i quali si son visti sorgere problemi sempre nuovi e più fastidiosi giorno dopo giorno.
- È cominciata con l’installazione di telecamere ovunque.
- Poi sono stati messi controlli a raggi X per borse e valigie perfino nelle metropolitane.
- Sempre nelle metropolitane ora occorre fare il check in del biglietto sia all’entrata che all’uscita, assurdo ma era già previsto da un po’ per i treni (creando comiche code all’uscita della stazione)
- Targhe alterne, fino al divieto di circolazione per quasi tutte le auto ad eccezione di taxi e mezzi pubblici.
- È stata ricavata dalle strade una corsia riservata per le auto che sono coinvolte nell’organizzazione delle olimpiadi, multa di 200 euro per chi le usa abusivamente (e qui sono uno stipendio o il doppio di esso).
- Raccomandazioni su raccomandazioni di non accogliere in camera, in molti campus universitari tipo il nostro, persone non strettamente appartenenti a tale università (mah!!)
- Semi-totale impossibilità di spedire o di ricevere alcunché proveniente da fuori Pechino. Se volessi mandare un pacco in Italia potrei scordarmelo, se volessi mandarlo a Shanghai avrei grossi problemi.
- Controlli rigorosissimi negli alberghi riguardo le identità degli stranieri, con procedure che sono state burocratizzate al massimo.
- Piazza Tian ‘an men quasi off-limits da tanti controlli ci sono
- Lungaggini allucinanti per ottenere i visti, che vengono concessi malvolentieri perfino a chi fa regolarmente la spola fra Cina e altri paesi (un assurdo, visto che le olimpiadi dovrebbero attirare soprattutto turismo!! O__o)
- Strutture sportive, normalmente utilizzate da ragazzi universitari, chiuse per permettere l’allenamento degli atleti olimpionici in tutta sicurezza. I ragazzi sono molto innervositi!
- Controlli alle stazioni dei treni più scrupolosi di quelli aerei: ieri ho accompagnato una ragazza alla stazione, le hanno fatto lasciare a terra tutte le boccette capaci di contenere anche minime quantità di liquidi, anche i rossetti. Ora ho una bustona di cosmetici e non so a chi regalarli, qualcuno è interessato? ^__^
In compenso sono stati tolti i blocchi della censura, dopo le vivide proteste da parte di molte organizzazioni, su vari siti prima bloccati, tipo le versioni in cinese dei principali siti di informazione (CNN e BCC su tutte), e perfino sul sito di Amnesty International che con la Cina è sempre stata implacabile! In compenso mi ritrovo semi-bloccato l’accesso a siti che prima non avevano problemi, comprese le mie web-mail…si vede che ai censori qualcosa devono pur far fare per non farli annoiare, GROAN! Li odio!
Ve l’avevo detto, un delirio! E tutto ciò, ogni volta che chiedo il motivo di un divieto o di una precauzione, viene sempre spiegato con la frase “because of the olympic games” e più passa il tempo più noto che questa frase viene detta con astio e nervosismo…
Olympic games per i quali non si trovano biglietti on-line e le mie colleghe cinesi hanno dovuto sorbirsi 6 (dico SEI) ore di coda per ottenere un fottuttissimo biglietto per una fottutissima partita delle fottutissime qualificazioni di pallavolo. Inutile dire che, nonostante sia proprio qui e proprio nel periodo delle olimpiadi, mi toccherà vedermele solo in Tv come avrei potuto fare stando in Italia!!
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Pessimismo e fastidio!!
lunedì 4 agosto 2008
Guangxi – tappa 4. Yangshuo e dintorni
E siamo, finalmente per voi, all’ultima tappa di quest’avventura nel Sud della Cina!
Siamo quindi a Yangshuo, in un carinissimo ostello pieno di turisti stranieri non-cinesi! Sulla terrazza di tale ostelletto, dotato anche di camere con bagno per un prezzo di circa 4-5 euro a notte, abbiamo intrattenuto piacevoli conversazioni con vari personaggi. Tra questi degni di nota sono l’omonimo di Kirk Douglas (un regista texano che risponde perfettamente allo stereotipo dei texani) e una tardona cinese che voleva imparare a giocare a scopa (ma secondo me intendeva qualcos’altro) e ci ha costretto a ripetere un po’ le scene di “Non ci resta che piangere” quando Troisi cercava di spiegare a Leonardo da Vinci che con “sette bello, asso di denari e donna” in tavola non si può prendere, se si ha in mano una donna, il settebello e l’asso!
Yangshuo è un cittadina un po’ anomala, tanto improntata al turismo che a noi ha fatto venire in mente il paragone con una Ibiza o una Rimini. Satura di turisti per le strade a tutte le ore, le due-tre vie principali completamente invase da negozi per attirare i polli, ristoranti sul lungo fiume in un’atmosfera decisamente invitante, locali notturni coi tegami* di turno a ballare sui cubi e molto molto colorata, decisamente piacevole allo sguardo e ben curata come pulizia e architettura urbanistica. La quarta foto della serie che segue mostra una donna intenta alla prima fase della lavorazione della seta: nella bacinella d’acqua ci sono i bacherozzi che lei prende e apre, fa dei batuffoloni di seta mescolando 3-4 bacherozzi e poi con qualche magia stende la matassina ottenuta sul telaio a ogiva…molto bellino da vedere!
Basta però uscire poche centinaia di metri dal “centro” per vedere una situazione completamente diversa ma che rappresenta comunque una città in espansione economica. Divertente, o meglio spaventoso, osservare i dentisti e le sale del pronto soccorso operare quasi a cielo aperto… O____o
Il giorno dopo l’arrivo, svetaglici di buon’ora (tipo le 10:30 del mattino…sì, abbiamo fatto abbastanza schifo ma eravamo distrutti da fatica e solleone!!) abbiamo affittato un paio di ottime mountainbike (3 € per tutto il giorno!!) e ci siamo lanciati verso la famosa “collina della luna”. La sgambata in bicicletta che abbiamo fatto quel giorno è stata una delle cose più belle di tutto questo viaggio, i picchi nei dintorni di Yangshuo sono veramente stupefacenti! Con la nostra cartina semi-inutile siamo finalmente arrivati a questa collina, per poterla scalare e godere del famoso panorama su picchi e risaie.
Appena arrivati veniamo subito assaliti da una tenace vecchina. Ci avevano avvertiti che sarebbe successo, ma la cariatide che ci si è appiovrata era una cosa clamorosa, una cintura nera di perseveranza!! Avrà avuto 150 anni ma sapeva i termini chiave dell’inglese e i saluti in tutte le lingue, dicendoci “CIAO!”. Ha voluto fare per forza la scalata, discretamente faticosa, con noi e il nipotino che voleva perfezionare un po’ l’inglese (era capitato benino vai!!), cercando di farci comprare le sue bibite col solito mantra “che sete, che caldo, che sete, che caldo, che fatica”. Alla fine abbiamo dovuto comprargli, ad un prezzo esorbitante, ma meritato per la pervicacia mostrata, una lattina di succo di mango. Per questo è stata soprannominata da chi è arrivato lì prima di noi “Lady Mango” e lei ci ha mostrato un’agenda dove ha raccolto i commenti e i saluti di chi si è affezionato a lei e ha voluto lasciare foto e dediche, questa che posto qui era la più bella!
La cima della collina è curiosa, ha un buco che le conferisce il nome di “moon hill” e effettivamente la vista della quale si gode è notevole! C’è da dire che la giornata non era bellissima, c’era voglia di temporale…nonostante tutto, da bravi incoscienti, siamo saliti nel punto più alto dove abbiamo trovato…un cavo dell’alta tensione, il che ci ha fatto scappare immediatamente non appena abbiamo visto l’impervesare di fulmini nei dintorni!!
Ma il bello doveva ancora venire! In preda a un mistico spirito di avventura cominciamo ad infilarci con le bici per le stradine più improbabili, convinti che tanto “tutte le strade portano a Yangshuo centro”! E’ qui che comincio a vedere i paesaggi e le scene più incredibili che abbia mai apprezzato in vita mia: fra campi di riso quasi maturo ovunque che emanavano un profumo di…di riso ovviamente, si innalzavano picchi bellissimi circondati da verde smeraldo, corsi d’acqua e bufali d’acqua ovunque e spesso sembrava di essere tornati indietro nel tempo...per riallacciarci alla storia di “Non ci resta che piangere”, più ci avventuravamo per sentierini sconosciuti, più maturavamo la convinzione che presto ci saremmo ritrovati a Frittole! ^__^
Poi comincia a piovere…e chiediamo ospitalità sotto una tettoia di contadini locali, con i quali intraprendiamo un’improbabile conversazione in cinese a smozzichi e bocconi ma che ci ha lasciato molto divertiti!! Mitico il vecchietto che ripeteva tutto ciò che io e il mio fido scudiero ci dicevamo in italiano e che si rollava sigarette senza filtro! Ovviamente anche a loro non mancava la parabola, per la quale qualcuno ha trovato anche degli usi alternativi alla ricezione!
Appena spiove un po’ continuiamo la nostra sbiciclettata fra fiumi da attraversare su piattaforme a pelo d’acqua, zattere per turisti, paesaggi bellissimi, pozzanghere che lasciano segni definiti come “hen bu hao” (“molto, molto male”, probabilmente la massima espressione di disappunto cinese!) sulle magliette, aria pura, bufali semi-liberi, senso di libertà…
In alcuni momenti, ho pensato di essere nel giurassico e mi aspettavo che uscisse un qualche dinosauro da dietro una roccia, in altri momenti pareva di essere in Vietnam e in effetti alcuni paesaggi sono davvero simili a quelli visti nei film (e mi è stato confermato che il Vietnam presenta posti e scene molto simili!).
Alla fine siamo stati fuori circa 6-7 ore ma non ce ne siamo nemmeno accorti!! La sera ci aspettava “la pesca col cormorano” nel fiume Li. È una tecnica ingegnosa utilizzata in diverse parti dell’asia che permette una pesca veloce e abbondante di piccoli pesci. Sono sicuro che esista anche a Kyoto, ma non ho idea di quanto sia diffusa nel resto del continente.
Solitamente si svolge durante la notte. I pescatori legano uno spago intorno al collo dei volatili e un altro spago intorno a una zampa: li lasciano nuotare illuminando l’acqua (quindi i pesci) con delle lampade, loro acciuffano il pesce con sorprendente efficacia ma non possono inghiottirlo. Quando il gozzo è pieno il pescatore li recupera attraverso lo spago e gli toglie il pane, pardon, il pesce di bocca. I pescetti più piccoli invece finiscono nella pancia del cormorano.
Forse è un metodo un po’ cruento, ho sentito i commenti più feroci verso questa tecnica. Però l’uomo utilizza gli animali da migliaia di anni e non credo che allevare un animale in una stalla per poi macellarlo, o tenerlo legato al giogo per l’aratura, oppure usarlo come porta-bagagli su per le montagne, o come ornamento in una boccia di vetro, sia meno a-morale!! Fra l’altro gli uccelli non mostrano alcuna voglia di scappare neanche quando vengono lasciati liberi e non sembrano soffrire più di tanto…[link]imprinting alla nascita o penne tagliate come ai pappagalli??
E il viaggio è finito!! Sì, lo so che questo post è pallosamente lungo, ma alla fin fine il motivo per cui scrivo è per potermi ricordare anche il più piccolo dettaglio di questo viaggio che aspettavo di fare da una vita e quindi…v’attaccate, tanto voglio vedere chi è che è riuscito ad arrivare fino alla fine mantenendo una decente soglia di attenzione!! :P
A distanza di due settimane dalla fine di questo viaggio le emozioni e le immagini sono ancora vivissime e nitidissime, ci tornerei anche subito! E spero che le informazioni che ho scritto col sangue e col sudore (che melodrammatico!!) possano essere utili a chi vuole fare sto viaggetto bello ma impegnativo e anche un po’ improvvisabile!!
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Glossario:
Tegame: parafrasando la definizione del vocabolario di termini livornesi “Il nuovissimo Borzacchini”, si definisce tegame un contenitore di scarso valore, solitamente in alluminio o latta, atto a contenere le più svariate cianfrusaglie. Il lemma si adatta bene, quindi, anche a donne di troppi facili costumi che vengono a rappresentare contenitori, stavolta di membri maschili, di eguale versatilità nella superficialità ed eterogeneità dell’accoglienza. (ah, si fa per scherzare eh, comunque chi si offende è un tegame!! ^__^ )