Nel 2002 sono stato in Giappone, giusto a ridosso dei mondiali di Calcio che però non ho visto (nei quali, vorrei ricordarlo per dovere di infamia, fummo eliminati dai Coreani del Sud con un goal di testa, dico, DI TESTA DAI COREANI), e una delle cose che ricordo con più malinconia sono le varie e buonissime zuppe di spaghetti, i raimen.
Qui in Cina cucinano dei piatti del tutto simili, quindi una delle mie più grandi soddisfazioni, durante i primi tempi di ambientamento, era quella di provare a casaccio qualsiasi pietanza contenesse spaghetti in brodo!!
Ovviamente le prime volte non avevo la più pallida idea di come ordinarli, quindi mi limitavo ad indicare ai camerieri i piatti dei vicini avventori. D’altra parte i ristoranti con dotazione di menù con figure, nel posto dove abito, non sono molti! Un bel giorno però delle ragazze, mosse a compassione ed essendo in grado di parlare un pochino di inglese, decidono di svelarmi il segreto e di spiegarmi la parolina magica: mian tiao (pronuncia: mien tiao, facile dai!). Alla fine mi sono studiato e imparato anche gli ideogrammi per riconoscere gli spaghetti normali, quelli di riso, i tagliolini, il riso, vari tipi di carne ecc. ecc., direi che posso sopravvivere per diverso tempo!! ^__^
I noodles cinesi, infatti, sono di vario tipo. Quelli di riso sono sottilissimi, tutti noi li conosciamo grazie ai ristoranti cinesi in Italia, mentre quelli di soia sono spessi quanto dei bucatini, ma molto mollicci, semitrasparenti e scivolosi e sembrano dei lombriconi impressionanti. Poi ci sono quelli di farina di grano.
Questi ultimi sono i più diffusi e sono del tutto simili ai nostri, ma dentro le zuppe vengono serviti superscotti, praticamente un orrore se uno si aspetta di mangiare un piatto di spaghetti italian-style! Ma è sufficiente abbandonare gli stereotipi e la nostra malsana abitudine di cercare cibo italiano all’estero per poter assaporare questa delizia!!
Vengono serviti, come già descritto in un post precedente, in un brodo con una temperatura da termofusione nucleare, la sopportazione della quale è spesso complicata da abbondanti aggiunte di peperoncino piccante! Lo si può intuire anche dal colore del brodo!
Come tanti piatti asiatici, anche questo contiene carne e/o verdure e/o funghi tale da renderlo un piatto completo.
La faccenda dell’alta temperatura si potrebbe anche risolvere se non fosse che in Cina non si usano le forchette! Coi bastoncini le cose sono complicate: una volta “afferrati” gli scivolosissimi (in quanto appesantiti dall’acqua) vermacci, non si può restare a guardarli e farli raffreddare perché ricadono inesorabilmente nella tazza!!
Questo il motivo per cui i cinesi mangiano, testa sul piatto, portando velocemente gli spaghetti alla bocca e aspirandoli rumorosamente subito dopo (e qui è praticamente buona educazione)! Per selezione naturale i cinesi devono necessariamente aver sviluppato una mucosa buccale da mangiafuoco, in quanto l’aspirare brodo e spaghetti, senza dar loro il tempo di raffreddarsi, porterebbe ustioni almeno del secondo grado a chiunque!! Credo di far pena a tutti quando, con i lacrimoni agli occhi, porto alla bocca due-tre miseri fili di spaghetti dopo averli soffiati come fa la mammina con la pappa!
Sono utilissimi durante il rigidissimo inverno pechinese, dato che la combinazione peperoncino-incendio riesce a far sudare anche con –20°!! Quando la temperatura del brodo diventa compatibile con la vita umana e degli strati epiteliali, se ne può apprezzare la bontà: è quasi sempre uno squisitissimo brodo di carne e verdure, condito generalmente con molta salsa e semi di soia. E gli spaghetti devono essere scotti, se fossero al dente non si apprezzerebbe la bontà del piatto e gli spaghetti stessi sarebbero meno saporiti!
In Giappone i noodles venivano solitamente cotti in sudicissimi boiler, mescolati con mestoloni di legno, serviti in ciotole di legno e dovevamo mangiarli con cucchiai di legno. Roba da far ordinare, in Europa, l’incendio immediato da parte dell’ASL! Qui in Cina almeno hanno la buona abitudine di usare ciotole e bacchette/cucchiai di plastica o ceramica, ma anche in Giappone il sapore era talmente buono che preferivamo rischiare la salute piuttosto che privarcene!
Oltre che in zuppa i noodles possono anche essere serviti “all’asciutto”, con verdure, noccioline, anacardi, carne di pollo, manzo o maiale e altre varie combinazioni. In questo caso si possono assaggiare un po’ più al dente e non sfigurano davanti ai primi italiani.
Nei supermercati si possono trovare tutti i tipi di noodles utilizzati comunemente dai ristoranti. Anche in scatola, liofilizzati: basta aggiungere acqua calda, versare le bustine con carne disidratata, verdure disidratate, brodo disidratato e olio di soia. Sono popolarissimi, economicissimi e non sono nemmeno malaccio, diciamo che per i cinesi sono l’equivalente del nostro panino!
Ma in alcuni ristoranti, a volte anche nelle mense universitarie, la preparazione dei noodles è affidata a dei veri e propri prestigiatori. Sì, chiamarli cuochi è riduttivo!
Nel filmato che vi propongo qui sotto si può intuire la magia. Avevo ripreso anche io, col mio nuovo telefonino comprato causa furto, un cuoco intento nella preparazione dei noodles, ma le immagini facevano veramente schifo e il soggetto era lontano. Poi ho trovato questo meraviglioso filmato su youtube, dovete assolutamente vederlo!! Il cuoco riesce, con il solo ausilio delle mani e delle dita, a preparare dei noodles “fatti in casa”, espressi, tutti delle stesse identiche dimensioni (io sono rimasto sbalordito nell’osservare la precisione dello spessore di ogni spaghetto!) e di una bontà infinita, niente a che vedere coi noodles dei supermarket già tagliati.
Non c’è trucco, non c’è inganno e soprattutto non c’è coltello né trafila!! Semplicemente incredibile!!
lunedì 19 maggio 2008
Noodles per tutti i gusti!
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Cina in cuCina
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12 commenti:
no spiegami.. quando risucchi questi spaghetti.. quante macchie fai nella maglietta..??
No, è vietato macchiarsi e devi necessariamente sviluppare le abilità per non farlo!! Pena la squalifica/interdizione per 3 anni da tutti i ristoranti del regno così com'era ai tempi di Genghis Khan!! Infatti io per ora non ho mai macchiato un indumento e nel dubbio vesto sempre di nero! ^_________^
FAMEEEEEE!!!!! :D
DAl filmatino non si capisce granche'. Tranne che cia' le mane amiantate visto che le stiocca nr prntolone fumante senza fare una piega. Ma si che le soupes liofilizzate le vendono anche qui nei paesi nani? E ir bello e' che loro se la fanno alle 5 il pomeriggio, magari insieme ar te'! Poi vanno a cena alle 6... mah...
ahibò, alle 5 noodles e tè e poi a cena'?! Mi sa che i cinesi all'estero prendono abitudini anche peggiori di quando sono in patria, ohimè!!!
ah, anche dal vivo cmq non si capisce granchè, una magia è una magia!! ;)
No, ma mica i cinesi emigrati, gli OLANDESI!
Ma che ti vuoi aspettare dai barbari che non si lavano il cul?
Gli olandesi?!?!
ibò che schifo, che popolo incivile!!! Comincio a rivalutare Borghezio!!
Divago: ma la citazione celata nel titolo della rubrica "Pillole cinesi"?
Siamo proprio figli di Italia 7....
Italia7 ??!
O che roba guardi!? :)
La mia citazione è da "Pallottole cinesi", con Chackie Chan o come cazzo si scrive!! :D
AHA! Allora citazione involontaria.
Alvaro Vitali/Pierino vede un banchetto con un cinese che vende "Pillole cinesi! Pillole cinesi per indovinale!". Ne compra una scatola, ne assaggia una e la sputa schifato: "Aho', ma questa e' mmerda!" esclama. E il cinese: "Visto? Tu indovinato!". Italia 7, che ai tempi faceva rivedere tutto il peggio del cinema italiano dei tempi d'oro...
Gurda, se me la fossi ricordata la citazione l'avrei presa da lì, sicchè diciamo che c'hai quasi indovinato!!
e poi lo sai, in questi ultimi tempi il trash mi attira da morire...
;)
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